Cos'è l'insonnia?

cura disturbi del sonno

Quando parliamo di disturbi del sonno ci si riferisce ad un’ampia categoria di problemi, come il sonnambulismo, le apnee notturne, i disturbi del ritmo. Ma tra tutti i disturbi del sonno, l’insonnia è sicuramente il disturbo più diffuso.

Nel DSM-IV l’insonnia è definita come una frequente difficoltà ad inizio, durata, mantenimento o qualità del sonno, che genera nella persona rilevanti conseguenze diurne negative come nervosismo, depressione e stanchezza cronica.

CARATTERISTICHE DELL’INSONNIA

L’insonnia può essere caratterizzata da:

  • difficoltà di addormentamento (insonnia iniziale/precoce);
  • frequenti e prolungati risvegli notturni (insonnia di mantenimento);
  • risveglio precoce al mattino (insonnia tardiva);
  • da una fusione di queste difficoltà (insonnia mista o generalizzata).

E’ possibile distinguere tre tipi di insonnia:

  • insonnia iniziale caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi;
  • insonnia centrale che presenta una difficoltà a mantenere il sonno a causa di risvegli notturni frequenti o prolungati (tempo superiore ai 30 minuti);
  • insonnia finale caratterizzata da un risveglio mattutino eccessivamente precoce rispetto all’orario programmato.

Spesso si riscontra una condizione di insonnia mista ovvero una combinazione dei tre tipi di insonnia appena elencati.

Un’altra suddivisione che si può fare all’interno di questo disturbo è: insonnia come causa di malessere psicologico o come conseguenza, dividendola in insonnia primaria e insonnia secondaria.

L’insonnia primaria si riferisce alla situazione in cui questo disturbo non risulta correlato ad un disturbo organico o psicologico: lo sviluppo di un disturbo psicologico diventa la conseguenza del sonno inadeguato. Al contrario, l’insonnia secondaria si riferisce alla situazione in cui il disturbo del sonno è causato da un altro tipo di disturbo, come un disturbo psicologico (ansia, depressione ecc.) o un disturbo organico (menopausa, apnee del sonno, ipertiroidismo/ipotiroidismo, cefalee, aritmie, ecc.).

QUANDO POSSIAMO DIAGNOSTICARE UN DISTURBO DI INSONNIA?

Affinché si possa diagnosticare tale disturbo è necessario siano presenti tre condizioni:

  • devono esserci le condizioni ambientali adatte per contribuire ad un buon sonno;
  • deve verificarsi frequentemente (tre o più notti a settimana);
  • al disturbo del sonno devono seguire effetti negativi nella giornata successiva come sonnolenza diurna, nervosismo, difficoltà di attenzione e concentrazione e memoria.

TRATTAMENTO

Di fronte a tale disturbo è essenziale, innanzitutto, discriminare tra insonnia primaria e secondaria per definire l’intervento da effettuare.

Oggigiorno, comunque, la cura può essere sia farmacologica che psicoterapica.

Per quanto riguarda il trattamento non farmacologico, è importante lavorare sulla situazione del paziente per comprendere quali sono i pensieri disturbanti, le dinamiche relazionali e i comportamenti che influenzano negativamente il suo sonno. Molto utili sono anche le tecniche di rilassamento, come il Training Autogeno e il Rilassamento Muscolare Progressivo, che permettono un rilassamento psicofisico: aiutano a scaricare tensioni, ansia e stress e, se praticati in orario serale, facilitano l’addormentamento e favoriscono un sonno più profondo.