La difficile condizione degli adolescenti nell’affrontare la pandemia

La diffusione del Covid-19 ha messo alla prova ognuno di noi ma diciamo che, in particolar modo, i ragazzi adolescenti stanno vivendo una gestione molto difficile rispetto a questa situazione.

La pandemia ha arrestato quella che per loro è una dimensione essenziale per lo sviluppo dell’identità attraverso il confronto con il gruppo dei pari, oltre ad essere quella fase della vita nella quale imparano molto a mettere in atto strategie di difesa e di adattamento all’ambiente.

La scuola e altri luoghi ricreativi e sportivi, sono fonti importanti di socialità e consentono ai ragazzi di confrontarsi su ciò che provano, pensano e desiderano. Decenni di ricerche hanno evidenziato come la scuola non sia tanto un mero apprendimento di materie curricolari, ma un’occasione unica per sperimentare relazioni, riconoscere negli altri le proprie emozioni e scoprire sé stessi. Con la frequentazione della scuola non sarebbe stato tutto perfetto, perché sicuramente non sarebbero mancate le situazioni complesse, ma sarebbe stato tutto reale perché vissuto in prima persona, come ad esempio gli esami scolastici e quelli per la patente di guida, le gite scolastiche, ecc.

 

Le conseguenze della pandemia durante l’adolescenza

I vari lockdown hanno prodotto molteplici conseguenze sulla vita di molti adolescenti: un aumento dello stress psicologico; un abbassamento del tono dell’umore; le preoccupazioni per i familiari; le interruzioni scolastiche; l’aumento del tempo trascorso su internet e sui social media; un cambiamento delle abitudini alimentari (alimentandosi anche in maniera sregolata) come tentativo di calmare alcuni vissuti quali ansia, stress, tono dell’umore basso; l’aumento della dipendenza da dispositivi tecnologici; un aumento dell’irritabilità; le ripercussioni sul ritmo sonno-veglia. Inoltre si è osservato anche un aumento dei suicidi.

Molte sono le famiglie in condizioni economiche difficili da non poter disporre di tecnologie per far seguire ai figli le lezioni da casa o il disagio per la mancanza di spazi idonei per una convivenza così prolungata.

Al contrario, ci sono casi per cui l’isolamento e l’interruzione delle lezioni in presenza sta aiutando, momentaneamente, a vivere meglio alcuni blocchi personali per chi già soffriva il confronto diretto con altre persone, con i compagni o gli insegnanti (ansia da prestazione, fobia sociale o fobia scolastica).

 

Cosa fare per i giovani in età adolescenziale?

Diventa prioritario prendersi cura della propria salute psichica e risulta vantaggioso concentrarci su ciò che è utile fare, in nostro potere, per cercare di stare meglio.

Quindi le domande a cui rispondere sono ad esempio: “Come posso affrontare a quanto accade?”, “Come posso utilizzare al meglio le mie risorse?”.

Anzitutto, avendone consapevolezza e accettando eventi dolorosi o situazioni che non si possono risolvere nell’immediato. L’accettazione è un passaggio imprescindibile che consente di non appesantire una condizione già difficile con altri pensieri negativi.

È importante sviluppare e far emergere la creatività, come l’organizzare una videochiamata con gli amici o con i parenti, un allenamento virtuale con i compagni di squadra, riorganizzare i propri spazi, guardare insieme una serie tv, dedicarsi all’arte culinaria assieme ai fratelli e/o ai genitori. La lista di attività può essere infinita e la curiosità di cimentarsi in nuove esperienze, o imparare cose nuove, può essere molto valida in questa situazione. Per esempio, si può ridare valore alla casa, luogo dal quale il giovane tende in genere a rifuggire.

I ragazzi potrebbero anche imparare a contribuire al benessere degli altri aiutando un familiare in alcune faccende o lavori di casa o i fratelli e le sorelle più piccoli nella gestione dei compiti, oppure ascoltando con attenzione e gentilezza le fatiche di un amico che può sentirsi più in difficoltà. Essere interessati alle emozioni degli altri è una competenza essenziale nelle relazioni e nella vita.

Queste, e molte altre, sono le attività che si possono fare e, soprattutto, finalmente senza ansia o senza fretta, perché ora non c’è fretta di raggiungere nessun posto. È importante approfittarne e sperimentare momenti di tranquillità, condizione necessaria per vivere meglio e che stavamo, in realtà, tutti un po’ perdendo per rimanere al passo con questa società frenetica.

Un fattore importante da tenere a mente è anche l’osservazione del comportamento dei genitori come fonte di apprendimento cruciale per i figli: se i genitori dovessero vivere con ansia e forte preoccupazione questa pandemia, molto probabilmente questo potrebbe essere l’atteggiamento assunto anche dai figli.

 

Il mio parere

Questa emergenza sanitaria fa parte di quelle situazioni che ci mettono a dura prova e può anche arrivare a farci sentire al limite delle nostre capacità. In realtà, molto spesso, succede che di fronte agli avvenimenti difficili ci attiviamo e riusciamo a far emergere risorse e strategie che nemmeno noi avremmo mai pensato di possedere.

La differenza sta soprattutto nel modo in cui vengono letti e interpretati questi eventi. In alcuni, in particolare per chi era già vulnerabile o già fragile, possono incrementarne il malessere e dar luogo a conseguenze problematiche e permanenti nel tempo. In altri, invece, possono diventare una fonte inaspettata di stimolo e di cambiamento.

Dobbiamo anche essere consapevoli che certe distanze obbligate non sono tollerate facilmente a lungo e, per i giovani, rappresentano una difficoltà maggiore, poiché sentono un maggior bisogno di relazioni esterne per potersi strutturare e definire. Siamo comunque “animali sociali” e dopo un lungo isolamento è piuttosto naturale iniziare a sentirsi fragili ed avvertire il forte bisogno di relazione.

È vitale comprendere che, quando abbiamo l’impressione di non essere in grado di gestire certe situazioni, dobbiamo chiedere aiuto senza vergogna. Un segnale di una buona capacità di adattamento, infatti, è la competenza di saper riconoscere quando si è in grado di farcela da soli e quando, invece, si ha bisogno di aiuto. In quest’ultimo caso contattare un professionista che ci possa ascoltare, sostenere e aiutare ad osservare in maniera più funzionale ciò che sta capitando, può essere davvero opportuno.

Da ultimo, credo sarebbe molto importante incrementare gli aiuti presenti nel territorio per i giovani adolescenti che si percepiscono in difficoltà, attraverso l’attivazione di spazi di supporto finalizzati ad aiutarli a rielaborare questo loro vissuto.

 

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