La relazione on line vs la relazione off line

“Point of View”, Aram Bartholl at Babycastles, 2015, New York City.

 

Davanti al progresso delle tecnologie degli ultimi 30 anni come possiamo definire ora le relazioni umane?

 

Sicuramente cambiate, ma non per questo peggiori.

Cerchiamo di approfondire in questo articolo cosa ha portato la connessione on line a livello relazionale ma anche far luce su altre ragioni che abbiano contribuito a questo cambiamento.

 

Si all’on line!

Internet permette di entrare in rete in modo anonimo e da remoto, due aspetti che nella storia non sono mai esistiti. La portata di questo cambiamento sul modo di relazionarsi, e come modalità lavorativa, è senza dubbio epocale. Sul piano psico-emotivo ci si può concedere il lusso di essere più disinibiti e quindi di sentirsi più a proprio agio nell’esprimersi e nel condividere con gli altri.

La connessione on line abbatte le distanze geografiche, si può entrare in contatto con chiunque e conoscere qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Per i giovani rappresenta inoltre un ambiente di crescita, come la scuola e la famiglia.

Internet può anche essere il precursore di un incontro, lo testimoniano le numerosissime chat e applicazioni create proprio a tale scopo.

Tutto meraviglioso ma…questo può chiaramente portare anche al rovescio della medaglia.

La tecnologia si rivela una buona cosa se utilizzata per i giusti scopi e nella giusta quantità.

 

Connessi o disconnessi?

Partiamo col dire che comunicando on line attraverso chat, social e applicazioni, ci troviamo di fronte ad una impossibilità di comprendere al cento per cento l’interlocutore, per il semplice motivo che tutto quello che fa parte della comunicazione non verbale non può essere espresso (espressioni del viso e del corpo, mimica facciale, pause, etc.) e in questo contesto a poco possono servire le famigerate emoticons.

Un’altra constatazione è data dal fatto che a causa del nostro sentirci soli, ci connettiamo perché percepiamo questa modalità come più facile e veloce. Allo stesso tempo, però, entrare in intimità con le persone ci spaventa e deleghiamo alla tecnologia un ruolo di mediazione. Al giorno d’oggi spesso capita di confondere l’on line con l’off line, non riconoscendone due diverse modalità di interazione.

Successivamente può entrare in gioco la pigrizia, così si finisce con l’adottare l’on line come strumento più comodo e sempre meno si sente l’esigenza di vedere l’altro di persona. In questo modo i rapporti diventano sempre più distaccati e difficili, in quanto in mezzo c’è e vogliamo mettere un “filtro”. Si perdono progressivamente le competenze relazionali e nei contesti sociali viene sempre meno la capacità di scambio tra individui, perché ci si sente a disagio e inadeguati.

Ecco che il senso di relazione diventa privo del suo significato più autentico. L’amore per gli altri e per sé stessi svanisce perché non si è più in grado di far fronte alla complessità di questo sentimento profondo e, un po’ alla volta, ci si disabitua a pensare che amare significa prodigarsi e destinare le nostre energie e il nostro tempo ad ascoltare e a comprendere noi stessi e gli altri.

Esistono poi dei veri e propri disturbi dovuti a questo che riguardano la nostra mente.

Come già affrontato in un mio precedente articolo sul phubbing, c’è un nuovo termine figlio del progresso tecnologico, che è la “nomofobia”, cioè la paura di stare senza il cellulare.

Con l’avvento dell’on line è stato anche registrato un aumento di alcuni tratti narcisistici e di personalità borderline.

È stata inoltre documentata una forma di dipendenza da Internet nota come IADInternet Addiction Disorder. La IAD è una delle ultime forme delle cosiddette “dipendenze senza sostanze”. Dal punto di vista clinico, è emerso che la personalità predisposta ad un disturbo da dipendenza da internet sia costituita da tratti ossessivo-compulsivi, instabilità sociale, inibizione relazionale ed una certa inclinazione all’isolamento. Facendo un esempio pratico, il continuo stimolo di andare a controllare lo stato del proprio profilo o del profilo altrui, rappresenta una forma disfunzionale di controllo.

 

Ma la tendenza ad avere tutto e subito è davvero solo una conseguenza dei nuovi mezzi di comunicazione?

La società in cui viviamo ci induce in ogni istante a performare in qualsiasi ambito della nostra vita, e nel minor tempo possibile. C’è poi “tanto di tutto” e lo stato delle cose cambia molto facilmente e velocemente. Questo però va contro alla nostra psiche, che ci impiega di più per entrare in questo ordine di idee. La nostra mente è più complessa e articolata e ci fa sperimentare sentimenti contrastanti che vengono manifestati attraverso ansie, paure, incertezze, stress… cosicché abbisogna di più tempo, tempo da dedicare alla riflessione. Questo scontro sul piano temporale ci spiazza e ci confonde, fatichiamo a stare sempre sul pezzo. Spesso capita così di perdere dei punti di riferimento e tutto sembra un continuo divenire. Cerchiamo di stare a galla, senza però avere alcuna meta precisa.

La società di qualche decennio fa era diversa proprio su questo, in quanto sicuramente c’erano più punti fissi e dei modelli più solidi a cui fare riferimento, anche se discutibili. Lo stile di vita e lavorativo era diverso, basti pensare al fatto che nella maggior parte dei casi un lavoro era destinato a durare una vita e lo stesso valeva per il contesto sociale e geografico in cui ci si trovava.

Invece la società di oggi viene definita liquida, cioè che si adatta ai continui cambiamenti, lavorativi, sociali, ambientali e in continua evoluzione. Di conseguenza anche le nostre personalità rispecchiano questo, perdendo in certi casi di identità. Prevale l’incertezza, e questo è sicuramente da attribuire in maniera considerevole anche alla precarietà economica che viviamo.

Proprio per questa tendenza a voler ottenere tutto in modo immediato, siamo ormai incapaci di attendere e di stare senza qualcosa o qualcuno, siamo deboli di fronte alla mancanza e questo ci crea angoscia.

In questo contesto la perdita più grande è quella nella relazione, perché ci allontaniamo sempre di più dai legami veri e profondi con le persone, visto che, come già detto, il legame è qualcosa di più impegnativo a cui far fronte.

Ma questo non è dovuto solo all’on line, ma proprio a come sta evolvendo la società nel suo complesso, in fondo l’on line è solo uno dei tanti cambiamenti avvenuti nella nostra società.

Penso che al giorno d’oggi, più che mai, sia necessario riportare l’attenzione sulla relazione, perché è la base della nostra esistenza ed è ciò che ci fa progredire e ci rende migliori come esseri umani.

 

Leggi di più nella mia sezione Articoli & Corsi

 

 

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